Challenge #UnLibroInUnGiorno – Esito

Eccomi qui con il libro appoggiato sulla coscia sinistra. Ieri mi sono impegnata per affrontare la challenge ma, purtroppo, penso davvero che ci dovrò riprovare in futuro perché sono riuscita a leggere solamente 94 delle 441 pagine de Il soldato dimenticato. Contavo di riuscire nell’impresa. Probabilmente avrei dovuto optare per una lettura da spiaggia, una di quelle leggere e fluide. Sono comunque felice della mia scelta, perché mi ha fatto scoprire questo romanzo, che non è un romanzo: è un diario. L’ho scoperto leggendo la nota dell’editore Robert Laffont. Sono i ricordi di guerra di Guy Sajer, scritti di suo pugno all’età di ventisei anni su quaderni di scuola, dieci anni dopo l’inizio della guerra.

Dopo la mezzanotte ho proseguito nella lettura ed ora sono arrivata alla pagina 114. E’ uno scritto che sto apprezzando e credo ve ne parlerò meglio una volta terminato.

Mary

Challenge #UnLibroInUnGiorno

Una cosa che non ho mai fatto è leggere un intero libro nell’arco di ventiquattro ore, così ho pensato di mettermi in gioco e invitare anche voi a farlo. La sfida partirà questa notte – martedì 14 – a mezzanotte e terminerà mercoledì 15 alla stessa ora. Le regole sono semplici: niente ri-letture (scegliete un libro mai letto prima) e niente al di sotto delle 150 pagine. Io ho già scelto il romanzo con il quale cimentarmi nella challenge (devo ammettere di essere stata condizionata nella scelta dalla visione de Salvate il soldato Ryan, mandato in onda di continuo negli ultimi giorni): Il soldato dimenticato di Guy Sajer.

Per partecipare basta mettere un Mi Piace a questo articolo. Giovedì 16 ognuno di noi posterà l’esito della sua sfida #UnLibroInUnGiorno. Buona lettura Sperduti!

Mary

“Funne” – Il documentario di Katia Bernardi

Bentornati Sperduti.

Oggi ritornano le Funne, tra gli articoli del blog, con la naturalezza e la semplicità tipica delle genti di montagna. Solo che questa volta non rimarranno fisse su carta a narrarci la loro avventura, bensì assumeranno forme e colori e noi ne sentiremo i diversi toni di voce, scorgeremo le emozioni nei guizzi accesi dei loro occhi e potremo osservarne i movimenti a volte goffi … Perché quest’oggi non vi parlerò del libro dedicato a queste simpatiche signore ma del documentario girato dalla stessa autrice, Katia Bernardi.

fd.jpgHo finito il romanzo un paio di mesi fa ( QUI a voi la mi recensione! ), comprato per la curiosità data da un argomento così poco discusso com’è la seconda giovinezza, e già dalle prime righe mi è stato impossibile non affezionarmi a questo gruppo di nonne così familiari, determinate al raggiungimento del loro grande sogno. Era difficile richiudere il libro, perché la voglia di vedere se ce l’avrebbero fatta era tanta, senza contare poi la dolcezza della loro compagnia, che profumava ogni nuova pagina di Domeniche in famiglia e pomeriggi dai nonni a giocare con i cugini … Credo in verità, sia stato questo particolare a scatenare il mio entusiasmo per la storia. Ovviamente, terminata la lettura, il mio obiettivo era di riuscire il prima possibile a vederne il documentario … E finalmente, settimana scorsa, ci sono riuscita!!

Felicissima! 🙂

Eccitata all’idea, mi sono vestita a modo con la speranza d’incontrare l’autrice e di rubarla qualche minuto al grande pubblico per scambiare due parole tra noi … Purtroppo non è stato possibile perché, a causa di motivi non chiari, ne Katia Bernardi ne le Funne, sono riuscite a presenziare alla serata. Con mio dispiacere! Nonostante questo piccolo bug, l’evento si è rivelato, oltre che interessante, parecchio divertente. Non solo per le buffe scene del documentario, quanto per l’imbarazzo generale dilagato in sala al momento del dibattito finale … In cui tutti sembravano terrorizzati dalla minaccia del microfono (me compresa! Solo una volta ho parlato in un microfono: “costretta” a cantare Azzurro di Adriano Celentano in un baretto del luogo! Embarrassing Moment xD ).

Tralasciando ricordi adolescenziali divertenti perché traumatici quel “tanto che basta”, proseguiamo in maniera attinente all’argomento principe dell’articolo.

 A guidare l’evento era presente Antonia Dalpiaz, impegnata nella presentazione del libro durante la prima fase della serata mentre, nel momento successivo alla proiezione del filmato, nella gestione del dibattito.
Per chi non la conoscesse, trascrivo qui sotto una piccola biografia:
 
personaggi_-_antonia_dalpiaz_imagefull1Antonia Dalpiaz è nata a Trento, dove risiede con la famiglia. Laureata al Dams di Bologna, si occupa di critica e di scrittura teatrale (trenta i testi realizzati sia in lingua italiana che in dialetto, rappresentati in regione e nel nord Italia). Al suo attivo anche due libri di poesia in vernacolo: “Na faliva de luce” del 1990 ed “Enventarse na vita” del 1998. Con Curcu & Genovese ha pubblicato i romanzi “Una donna imperfetta” (2001 – due edizioni) e “Regalo di compleanno” (2004) che compongono con “Doppia pelle” una trilogia dedicata al vasto e complesso mondo femminile.
Il documentario non riportava molte delle vicende descritte nel libro (che speravo invece di vedere) ma ha riprodotto la genuinità delle protagoniste con una forte vena  di umorismo e ironia, senza tralasciare la malinconia di quell’età, che prende forma di un velo sopra agli occhi sorridenti e sognanti. Un mix equilibrato di durezza, sentimento e desiderio di riuscita.
Io e Hugo ci siamo fatti un sacco di risate, grazie soprattutto all’Armida e alla sua buffa personalità!
 
Qui sotto vi lascio un paio di scatti della pellicola (non avevo con me la reflex, quindi perdonatemi qualche imperfezione).
 
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Uno dei punti cardinali di Daone. La Chiesa del paese.
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Il dubbio dipinto sul volto delle Funne
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La Madonna della Neve
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“Ma a Lourdes sono seri, dicono le preghiere!” … In partenza per il Calendario dei Sogni!

Questa volta, non vi auguro Buona Lettura … Ma Buona Visione (mi sembra d’obbligo).

Mary

Di scrittura: esercizi. III

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Bentornati Sperduti.

Finalmente riesco a sedermi qualche minuto in vostra compagnia, dopo una mattinata intensa di faccende da sbrigare. Parafrasando ironicamente una pubblicità ormai passata alla storia: tutto il giorno fuori e dentro casa, a colazione due wafer al volo e adesso … No, il finale cambia, perché ancora la fame non mi ha annebbiato la vista (nonostante l’impazienza di addentare un gustoso piatto fumante si stia facendo sentire da almeno un’ora!). Quindi, e adesso? Adesso scrivo 🙂

Scrivo, e scrivendo mi esercito nello scrivere.

Siete pronti per un nuovo compito concepito per noi Lettori e Scrittori Sperduti dalla mente di Roberto Cotroneo?!

Partiamo! Come sempre: introduzione capitolo – traccia esercitazione – svolgimento.

Ci vediamo a tema concluso.


Lezione 3

L’incipit

Di come si inizia un racconto e di come si inizia un romanzo. Del modo tradizionale. Del modo in media res. Della scelta dello stile e della scelta della lingua. E del grande dilemma della prima persona e della terza persona.


• Pausa ricreazione •

Tutti giù in cortile! Chi a depredare le macchinette, chi a fumare una sigaretta, chi a spettegolare sull’outfit orrendo di turno e chi a messaggiare col moroso.

Eeeeeee … Di nuovo in classe!


Esercizio

Scrivete un incipit di racconto o romanzo a vostra scelta. Che si ispiri al progetto dell’esercizio precedente o a una nuova idea che vi è venuta successivamente. Non scrivete un testo lungo, cercate di non superare le duemila battute.


Svolgimento.

Questo foglio di carta impreziosito da una leggera tonalità seppia, mi fissa ormai dalle due del pomeriggio. Come un poliziotto invadente nel pieno di un interrogatorio. Troppo eccitato all’idea di aver afferrato le redini del gioco per comprendere lo sfiancante vuoto che impedisce alle risposte di scavalcare le mie labbra umide.

Se fossi in lui non alzerei la cresta, ridotto com’è! I bordi frastagliati fanno più pensare ad un’antica mappa custodita malamente, magari abbandonata per interi anni tutta spiegazzata all’interno di un baule. Una chiazza di umido troneggia sul bordo destro. Forse caffè, oppure della vecchia crema al whisky.

Solamente uno, tra i suoi quattro angoli geometrici, non ha ceduto al peso dell’indifferenza che gli ho riservato. Gli altri tre ripiegati su sé stessi, affaticati. E’ quasi insopportabile trovarsi di fronte all’ostinata perfezione di quell’unico. Lo guardo e sento il fuoco divampare nello stomaco. Lo odio! Vorrei allungare le dita e sbriciolare la sua stupida e arrogante sicurezza che mai niente e nessuno potrà piegarlo. Rovesciargli addosso il rancore per quella fermezza con la quale si diverte a punirmi, a umiliarmi.

Ci provo, ma non riesco. Lo invidio!

«Questa volta ho toccato davvero il fondo! Invidiosa di un malconcio foglio di carta e del suo angolo perfettamente liscio! Ho bisogno di una boccata d’aria … E di un goccio di crema al whisky. Forse ne è rimasto ancora mezzo dito dentro la bottiglia.».


Finita anche questa esercitazione! Buona ricreazione Sperduti!

Mary

Di scrittura: esercizi. II

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Bentornati Sperduti.

Oggi come ieri, la mia concentrazione si focalizza sulla scrittura, tralasciando invece la lettura, che durante il mese è stata freddamente abbandonata nell’angolo delle faccende quotidiane che “sbrigherò più tardi”.

A quanto pare, anche nelle immersioni in carta stampata è d’obbligo una vacanza! Al momento preferisco di gran lunga pensarmi come scrittrice piuttosto che lettrice, ed ecco che torno con le esercitazioni proposte da Roberto Cotroneo nel suo Manuale di scrittura creativa.

Essendo già arrivata al quarto capitolo, non posso permettermi di rimanere indietro con i diversi esercizi, per questo a breve posterò la terza lezione con relativa traccia. Ora, però, concentriamoci sul secondo step.

Iniziamo con l’introduzione.


Lezione 2

La struttura del racconto

La struttura del romanzo

Di come si costruisce una trama narrativa. Della lunghezza del testo. Del modo di procedere. Con esempi e ipotesi di una struttura narrativa di romanzo e di racconto. E poi delle differenze narrative tra racconto e romanzo. Del perché sia difficile tenere in piedi una storia per più di cento pagine.


Questi gli argomenti trattati con estrema chiarezza e semplicità nelle successive quattro pagine. Per giungere rapidamente alla consegna dell’esercizio.


Esercizio

Costruite una struttura narrativa. Delineate personaggi e vicende. Mettete a punto il progetto di un racconto e/o il progetto di un romanzo. E pensateci sopra.


Per semplificare il compito del lettore, lo stesso Cotroneo mette a disposizione il metodo di lavoro utilizzato da lui stesso durante la creazione del romanzo Otranto, ed a quello farò infatti riferimento per lo svolgimento dell’esercizio, con l’aggiunta di altri dettagli di valore discussi nel capitolo.

Svolgimento.

a) Idea iniziale: Scrivere un racconto sulle esperienze personali

b) Il perché di questa idea: Ogni essere vivente è un mondo a sé, abile nel nascondere luci e ombre dietro lo spesso muro della propria fisicità. Mi affascina la possibilità di osservare un qualcuno nel suo complesso, imparando a capirne pensieri e motivazioni profonde

c) Tempo: Oggi

d) Personaggio principale: Una giovane donna

e) Dettaglio sul personaggio: All’apparenza superficiale, estroversa

f) Secondo dettaglio del personaggio: Ragazza immagine presso discoteca celebre 

g) Prospettiva: Prima persona

h) Elementi di struttura: Inchiostro, diario, un salotto, la luce sonnacchiosa del pomeriggio

i) Luogo: Centro Roma


Esercizio terminato … Ora, come suggerito direttamente dall’autore, ci penserò su!

Mary

Di scrittura: esercizi. I

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Bentornati Sperduti.

In queste ultime due settimane è stata sporadica la mia presenza sul blog. Mi sono ritagliata del tempo per leggere gli articoli dei blogger che seguo e delle volte non ho potuto fare a meno di commentare un qualcosa a quel qualcosa di scritto capace di scatenare le mie riflessioni, condivise più che volentieri. Ma per conto mio sono stati giorni, questi, di pura deriva di tale blog di Lettori Sperduti … Ho pensato fosse giusta una vacanza, senza troppi «se – forse – boh»! Ed eccomi ora, al momento del mio rientro, con un libro stimolante appoggiato sulla scrivania e un nuovo desiderio di mettersi in gioco che mi frulla in testa.

«Scandito in capitoli brevi e chiari, il libro conduce dalla struttura del racconto all’incipit, alla difficoltà delle descrizioni, alla fatica di costruire un dialogo naturale fino alle digressioni.» – Panorama

Più che di un libro, si tratta di un manuale. L’ho scoperto poco dopo l’inizio di questa mia avventura da blogger per merito di un “collega” che ne faceva cenno in un articolo. Ora, non ricordo precisamente dove ne abbia parlato, ma posso in ogni caso lasciarvi il link del suo blog ( L’Anonimo Scrittore ) così, se foste interessati, sapreste dove andare a curiosare.

Uno di quei libri giunti fin da subito nei primi posti della mia wishlist … Così è arrivato il mio 24essimo compleanno e Hugo ( dispenser ufficiale di libri xD ) me lo ha regalato, con mia enorme sorpresa!

Si tratta di Manuale di scrittura creativa di Roberto Cotroneo.

Una lettura davvero utile e stimolante per l’aspirante scrittore, ricca di consigli dai più lampanti ai più piccoli segreti degli autori di successo. Il fattore di maggiore interesse, oltre alla spiccata abilità di insegnate di Roberto Cotroneo, è la presenza di esercizi al termine di ogni capitolo.

Proprio qui si ritrova il motivo del mio articolo, poiché intendo eseguirli alla “luce del giorno” insieme a voi, mettendo in gioco le mie ( si spera 🙂 ) capacità e abbattendo il timore di tentare pubblicamente …

Partiamo ovviamente da pagina uno.


Lezione 1

Princìpi generali

Dove si parla delle motivazioni a scrivere. Dell’angoscia della pagina bianca. Dei processi creativi che portano alla scrittura. Delle decisioni da prendere prima di cominciare a scrivere un testo narrativo. Di come ci si prepara. E in quali tranelli è opportuno non cadere.


Questo il prologo.

Passiamo ora all’esercizio.


Esercizio

Scrivete una cartella sulla vostra motivazione a esercitarvi nella narrazione. Spiegate a voi stessi perché desiderate raccontare qualcosa a qualcuno. Perché non l’avete fatto fino ad oggi, e se l’avete fatto, cosa ancora non vi convince e vi mette in difficoltà.


Svolgimento.

La parola stampata da sempre ha suscitato fascino e interesse dentro di me. La consapevolezza che intere storie siano il frutto dell’abilità narrativa di un qualsiasi autore accende una sorta di piacevole incredulità nei miei pensieri e la sola idea di mettermi in gioco, di dare vita a personaggi fino a prima inesistenti, di immortalare paesaggi visti unicamente dai miei occhi, di concedere forma a pensieri ed emozioni, portandoli alla luce, permettendogli di viaggiare sul biancore della carta, mi regala la stessa eccitazione che si prova alla partenza di una gita a lungo attesa. Amo l’idea di scrivere un qualcosa per cui la gente possa provare affetto o da cui possa trarre ispirazione per un indistinto momento della propria vita. Raccontarsi tramite le parole è ciò che mi riesce meglio, da sempre. E trovo emozionante anche la sola possibilità di essere in grado di far provare ad un lettore qualsiasi la tiepida sensazione di essere compreso, di ritrovare un briciolo di se stesso sulla carta, tramite il carattere di un personaggio oppure dalle riflessioni analizzate nel corso del romanzo. Riuscire nell’intento di regalare quelle stesse forti emozioni di cui in primis ho goduto io, come lettrice, a coloro che mi riserveranno la fiducia di addentrarsi tra le mie parole, aprendo con cura quella copertina con inciso a lettere scure il mio nome.

Come è forte il desiderio di riuscire in questo obiettivo, è forte pure la tremenda abitudine a lasciarsi trascinare dalla vita, dimenticando in un cassetto i sogni e procedendo a passo lento nel buono e nel brutto di giorni, mesi e anni, in marcia nella continua sfilata del tempo. Per questo ancora non ho scritto … Ed è qui che risiede il cambiamento obbligatorio.


Terminato il primo esercizio. A presto per il seguito!

Mary

Gennaio on the read!

Bentornati Sperduti e Buon 2017!

Anno nuovo … Che per natura sta a significare nuovi inizi, nuovi spunti, nuove idee, nuovi programmi! Felicemente contagiata da questa seducente atmosfera di cambiamento, ho preso la decisione di incamminarmi in questi primi tratti del 2017 con l’aggiunta di un piccolo bagaglio a mano:

“… on the read!”

Questo il titolo! I mesi dell’anno sfileranno a turno ogni trenta giorni sopra quei puntini di sospensione e ne prenderanno il posto.

Ma in cosa consiste?! Nella prima settimana di ogni mese sceglierò alcuni fra i titoli che più mi incuriosiscono al momento e ai quali dedicarmi, postandoli con relativa trama e fotografia per condividere con voi le mie prossime letture.

Insomma, una scusa in più per parlare di libri! E se qualcuno, incuriosito, volesse unirsi alla lettura … Beh, ovviamente cari Sperduti, siete sempre i benvenuti. Quindi, che ne dite di andare a spulciare la lista di questo primo “… on the read!”, “Gennaio on the read!“.


BOOK JUMPERS

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Un fuoco d’artificio di idee e intuizioni, suspense, azione, amore e umorismo: il lettore, come la protagonista Amy, non può che gettarsi a capofitto nel mondo dei libri.

«Quando ha lasciato il suo paesino in Germania per passare le vacanze sull’isola scozzese da cui proviene sua madre, Amy non si sarebbe mai aspettata di arrivare così vicino ai personaggi dei suoi libri preferiti. Ma quella che poteva sembrare un’affascinante avventura si trasforma in un’impresa pericolosa quando cominciano ad accadere strane sparizioni …

Un romanzo che intreccia il mondo fantastico con la vita reale della protagonista: la scoperta delle proprie origini, l’incontro con il primo amore, una vita familiare complessa.»

Casa Editrice: Giunti Editore – Prezzo di copertina: € 10, 00

Anno prima pubblicazione: 2016

A SPASSO CON BOB

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James e Bob: un musicista di strada e un gatto. Un’amicizia incredibile, una storia vera che ha fatto il giro del mondo.

«Quando James Bowen trova davanti alla porta del suo alloggio popolare un gatto rosso, rannicchiato in un angolo, indifeso e ferito, non immagina quanto la sua vita stia per cambiare. James, ventisette anni, un passato di alcol e droga, non ha un lavoro né una famiglia su cui contare. Vive alla giornata per le vie di Londra, e raccoglie qualche spicciolo suonando la chitarra davanti a Covent Garden e nelle stazioni della metropolitana. L’ultima cosa di cui ha bisogno è un animale domestico.

Eppure non resiste a quella palla di pelo, che subito battezza Bob. Pian piano James riesce a farlo guarire, e a quel punto lascia il gatto libero di andare per la sua strada, convinto di non rivederlo più. Ma Bob è di tutt’altro avviso: per nulla al mondo intende separarsi dal suo nuovo amico e lo segue ovunque. Instancabile. Finché a James non rimane che arrendersi.

E’ l’inizio di una meravigliosa amicizia e di una serie di singolari, divertenti e a volte pericolose avventure che trasformeranno la vita di entrambi, rimarginando lentamente le vecchie ferite, anche quelle più profonde.»

Casa Editrice: Sperling & Kupfer – Prezzo di copertina: € 16, 90

Anno prima pubblicazione: 2012

IL GATTO CHE AGGIUSTAVA I CUORI

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La gente accusa noi gatti di essere egocentrici ed egoisti, ma spesso le cose stanno in tutt’altro modo. Ero un gatto desideroso di aiutare chi ne aveva bisogno. D’indole gentile e amorevole, ero impegnato nella nuova, specialissima missione: prendermi cura delle persone.

«Come ogni gatto, Alfie adora passare le sue giornate sonnecchiando sul divano davanti al camino. Un po’ di carezze, un po’ di fusa rumorose, ed è felice. Ma all’improvviso è costretto a lasciare la casa in cui è cresciuto, e si ritrova solo e sperduto per le strade di Londra.

Tutto cambia quando arriva in Edgar Road, una via piena di verde e di villette a schiera.

Alfie capisce subito che solamente lì può sentirsi di nuovo a casa. Solamente lì può trovare una nuova famiglia. Eppure gli abitanti del quartiere non sono pronti ad accoglierlo. Concentrati sui loro problemi, non hanno tempo per occuparsi di lui. Fino a quando scoprono che non è un gatto come gli altri. Ha un dono speciale: è capace di riconoscere i desideri più nascosti. Alfie sa bene che Claire è ancora in cerca di amore dopo essere stata lasciata dal fidanzato; che Jonathan, cinico e disincantato, in realtà si sente troppo solo, e che Polly vorrebbe solo qualcuno in grado di proteggerla.

Giorno dopo giorno, s’accorgono di quanto abbiano bisogno di lui. Il loro nuovo amico è pronto ad aiutarli, a provare a cambiare le loro vite, a riaccendere le loro speranze. Perchè Alfie è in grado di aggiustare quello che il destino a volte ha rotto e di ascoltare la melodia silenziosa dei loro cuori.»

Casa Editrice: Garzanti Editore – Prezzo di copertina: € 16, 90

Anno prima pubblicazione: 2015

FUNNE

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Una favola vera, capace di farci ricordare che i sogni non hanno età e che non è mai, mai, mai troppo tardi.

«C’era una volta una piccola valle sperduta tra i monti. Una valle di quelle selvagge, con alte montagne e pareti di ghiaccio, dighe imponenti e laghi profondi di acqua cristallina. Ed è proprio qui a Daone, in Trentino, che comincia la nostra storia.

La storia delle Funne, del loro viaggio e del loro sogno.

Funne in dialetto significa donne, e le nostre funne, ricche di sogni e di voglia di avventura, sono le irriducibili ottantenni del Circolo Pensionati Rododendro. Per festeggiare il ventennale del loro circolo decidono di fare una gita molto speciale: andare per la prima volta al mare tutte insieme, perchè molte di loro il mare non lo hanno mai visto.

Bellissima idea, bellissimo sogno. Ma certi sogni per diventare reali devono fare i conti con la cassa, e la cassa del Rododendro purtroppo piange. Sotto gli auspici della Madonna della Neve, e nutrite dall’immancabile fetta di polenta, le idee si moltiplicano: “E se vendessimo delle torte alla sagra del paese?”; “E se facessimo un calendario da vendere come i pompieri?”; “E se facessimo un croadfanding o quella roba li che non so bene cos’è ma che è dentro l’Internèt?”.

La loro poetica avventura fatta di successi, insuccessi, inaspettata notorietà, gelosie, lacrime e tante risate è raccontata da Katia Bernardi, che su questa storia ha girato un film documentario.»

Casa Editrice: Mondadori – Prezzo di copertina: € 17, 50

Anno prima pubblicazione: 2016

FOGLIE D’ERBA

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Foglie d’erba è stato fonte di ispirazione per intere generazioni.

«Foglie d’erba, la raccolta di poesie che Whitman andò continuamente ampliando dal 1855 al 1892, è un fiume straripante che trascina, nel suo inarrestabile scorrere, ogni palpito di vita. E’ respiro vitale, corporeità selvatica, sesso, erotismo, speranza, allegria, esaltazione dell’individuo e insieme della massa, del singolo e dell’uguaglianza. E’ puro presente, immanenza, istantaneità. E tanta irruente baldanza Giuseppe Conte, egli stesso poeta, è andato rintracciando nel suo personale attraversamento di Foglie d’erba, alla ricerca delle poesie più possenti, più trascinanti, più capaci di fondare una nuova mitologia poetica.»

Casa Editrice: Mondadori – Prezzo di copertina: € 9, 50

Anno prima pubblicazione: 1855


Questo è il mio Gennaio on the read!!

Mary

LOTR a puntate #1

Bentornati Sperduti.

Da qualche tempo sto pensando di avviare un progetto che potrebbe rivelarsi simpatico, oltre che impegnativo. Sono anni che tento di raggiungere il finale del grande capolavoro del signor Tolkien, abbandonandolo sempre troppo velocemente; l’idea dunque mi è sorta spontanea e nasce così l’impegno di suddividere in brevi puntate l’opera di Hobbit ed Elfi, Nani e Raminghi: Il Signore degli Anelli.

Molti sono a conoscenza di Frodo e della sue avventure unicamente grazie allo straordinario talento dimostrato da Peter Jackson nel dirigere la trasposizione cinematografica, ed io sono una di quei molti. Limitandoci a questo, purtroppo andiamo a perderci innumerevoli dettagli della storia originale e personaggi alquanto singolari e affascinanti che arricchiscono ulteriormente il magico Universo nato dalla penna di Tolkien. Non credo sia giusto rinunciare a sfumature tanto allettanti senza nemmeno fare un tentativo, ed il mio compito sarà esattamente questo: stilare un riassunto per me e per voi.

Prima di tutto bisogna fare chiarezza su un piccolo punto: in circolazione esistono innumerevoli edizioni. Sempre sul famoso comodino ho quella del 2003 di Mondolibri, pagine 1379 (credo sia fuori produzione).

Eccolo qui, segnato dal tempo ma ancora ricco di segreti custoditi.

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La Compagnia dell’Anello [Libro primo]

 I – III Capitolo

Svanito il cugino Bilbo (ormai in marcia alla volta di nuove avventure) durante i festeggiamenti del suo centoundicesimo compleanno e del trentatreesimo di Frodo, anno della maturità Hobbit, entrambi con cadenza al 22 settembre per una bizzarra coincidenza, il giovane Hobbit si trova unico proprietario della casa sotto la collina nella bella Contea, chiavi e documenti alla mano assieme ad un anello misterioso lasciatogli in consegna, senza contare le montagne di cianfrusaglie da distribuire fra i conoscenti del Baggins giramondo. Sotto nette raccomandazioni da parte di Gandalf, vecchio amico nonché saggio Stregone Grigio, mantiene segreta l’esistenza del gioiello poiché trattasi di un anello magico. Circostanza che innervosisce non poco il buon caro Gandalf consapevole che con certi gingilli è meglio non giocare e, determinato a scovare delucidazioni in merito al potere dell’oggetto, abbandona Frodo alla sua quieta routine assentandosi per un lungo periodo pari a quattordici anni, non vietandosi rapide visite all’amico. Di certo gradite anche se troppo sporadiche.

Da trentatré gli anni corrono sfiorando i cinquanta quando, una sera di giugno, lo Stregone irrompe dalla porta rotondeggiante posta sotto la collina. Appare nervoso e visibilmente provato. Per l’intera notte Frodo ascolta a fiato sospeso le raccapriccianti notizie apprese del Saggio. Il gioiello appartenuto a Bilbo per troppi anni si scopre essere non solo uno dei tanti anelli magici, ma il più pericoloso e devastante. Quello tra le mani di Frodo è l’Unico, l’Anello del Potere.

Appartenuto all’Oscuro Signore, se ne erano perse le tracce in una scia di sangue distesa lontano nei tempi. Col cuore in gola, Gandalf allerta l’amico sui Nove, i Cavalieri Neri disperatamente in cerca di quel lucido cerchio dorato, arrivati ormai a conoscenza del suo nuovo possessore tramite la lingua di un essere chiamato Gollum. E’ inevitabile dunque un’imminente partenza per Frodo. Non potendo dare nell’occhio scappando di tutta fretta, si decide per una data lontana ma non esageratamente, permettendo allo Hobbit di preparare il necessario e inventare una valida scusa per il suo addio da far circolare alle orecchie dei curiosoni di Hobbiville. La scelta così ricade sul 22 settembre. Direzione: Gran Burrone, Regno degli Elfi.

L’alba allora spunta silenziosa e un qualcuno accovacciato sotto la finestra ascolta incuriosito la conversazione dei due. Non serve molto perché lo Stregone se ne accorga e, sollevato il bastone, sferra un colpo al di sotto del davanzale colpendo alla testa il ficcanaso. Dai cespugli sbuca dolorante Samvise Gamgee, giardiniere di casa Baggins di uguale età del padrone di casa. La soluzione appare limpida: avendo ascoltato i segreti legati all’Anello e non potendo Frodo affrontare il cammino da solo, Sam ne diventerà il compagno. Volendo o meno.

Per due mesi ancora Gandalf si attarda nella Contea, per allontanarsi nuovamente con la promessa di fare ritorno in tempo per la grande partenza.

I giorni scorrono rapidi e la scusa plausibile da rifilare ai pettegoli si rivela semplice ma solida: Frodo intende stabilirsi dalla parte opposta del Brandivino, nella Terra di Buck, e ricominciare a vivere nel suo luogo d’infanzia. La meta sarà Crifosso. Nel mentre, voci di strani esseri di passaggio nella Contea come Nani, Elfi e Giganti cominciano a infastidire il lento scorrere quieto della vita Hobbit.

Tutti sembrano andarsene, dove e perché, non si riesce a capire.

Il tempo galoppa veloce e in breve giunge il momento degli addii. Meriadoc Brandibuck, detto Merry, assieme a Fredegario Bolgeri, soprannominato Grassotto, entrambi amici di lontana data di Frodo, saltano a cavallo per la volta di Crifosso con il preciso compito di organizzare la nuova abitazione prima dell’arrivo del padrone di casa. Ancora nessuno, a parte Sam, sospetta alcunché sulla reale durata del viaggio di Frodo. Certezza, questa, che rassicura il giovane Baggins ma lo avvolge anche di uno spesso velo di malinconia.

L’accogliente casa sotto la collina, in cui sempre vi era stato avvistato un Baggins, viene dolorosamente venduta agli odiosi Sackville-Baggins, parenti scorbutici ormai da settantasette anni bramosi di conquistare l’abitazione. Sistemato anche questo affare, lo Hobbit parte in marcia all’avanzare della notte, seguito dal fedele Sam e dal compagno Peregrino Tuc, ovvero Pipino.

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Casa Baggins [immagine dal web]
Appena due passi oltre l’uscio e qualcosa già appare sinistro: una voce sgradevole conversa nell’oscurità con il Gaffiere, padre di Sam. Senza badare troppo al fatto, i tre si avviano a cuor leggero e a spalle pesanti, schiacciate da bagagli carichi tra provviste ed oggetti. Direzione ovest sulla scia di un sentiero, per tuffarsi immediatamente nella via dei campi, invisibili e silenziosi nella notte. Raggiunto il ponticello di tavole attraversano l’Acqua, a ovest di Hobbiville, e giungono rapidamente in Tuclandia per dirigersi al Paese delle Verdi Colline. Una fredda tristezza si fa spazio nel cuore di Frodo, che già sente forte la mancanza della sua calma vallata. Dopo ore di cammino e di svolte, salite, canti e fischiettii, i tre esausti si accampano in un bosco di abeti. E lì, vicino ad un’allegra fiamma, si addormentano.

Il giorno seguente svegli di buon mattino a macinare chilometri, finché nel tardo pomeriggio un rumore di zoccoli sulla strada per Terminalbosco attira la loro attenzione. Che sia Gandalf? Dal giorno della partenza nessuno ha avuto sue notizie e i tre aspettano il suo ritorno con speranza.

Non conoscendo l’identità dell’inseguitore, decidono di nascondersi ai lati della strada. Sam e Pipino accovacciati in un piccolo fosso alla sinistra, mentre Frodo coperto da un ciuffo di erba alta, dietro un albero. E in quel momento appare un minaccioso cavallo nero con in groppa una figura imponente avvolta da un mantello scuro, da cui solamente gli stivali fanno capolino. L’essere ha il volto coperto, sormontato da un pesante cappuccio, e sembra assaggiare l’aria come un segugio durante la caccia. Così, la tentazione di infilare l’Anello al dito si fa prepotentemente strada nel cuore di Frodo, seducendolo con l’idea di poter svanire a quel pericolo.

Fortunatamente, prima che l’errore possa essere commesso, lo spaventoso cavaliere prosegue diritto.

Quando i tre si riuniscono, Frodo scopre di essere l’unico ad aver visto la figura raccapricciante e ne racconta i dettagli agli amici. A quel punto nella memoria di Sam si dipinge il ricordo di un altro Cavaliere Nero: il Gaffiere pare ne abbia incontrato uno il giorno della loro partenza da Hobbiville che sembrava fin troppo interessato a scoprire la meta del Baggins della Contea.

Lasciato passare lo sgomento si decide di riprendere la marcia ma, poco dopo, seguendo un sentiero serpeggiante tra vecchie querce diretto a Boschesi, un’altra di quelle creature li raggiunge. Sibilando, questi scende da cavallo e, sotto al cappuccio nero, annusa l’aria intendo nella ricerca dei tre Hobbit. L’ombra si avvicina pericolosamente a Frodo quando, dalla via, il dolce canto degli Elfi accompagnato dalla loro luce di stelle, si innalza radioso mettendo in fuga il cavaliere. Gli Hobbit spaventati fanno così la conoscenza di Gildor, uno tra gli Alti Elfi, con al seguito un lungo corteo delle sue genti. L’Elfo riconosce immediatamente Frodo, di cui ha sentito parlare, e decide di scortare lui e i suoi durante la notte per rifocillarli e tenerli al sicuro. Discutendo del perché entrambi si trovino in marcia, giungono ad una vasta radura nella quale accamparsi. Con cibo, bevande e melodie elfiche, il riposo appare più dolce e comodo e lo stomaco più sazio. In poco, Pipino e Sam crollano sotto il peso della stanchezza mentre Frodo si attarda a proferire con Gildor. Ambedue appaiono preoccupati per l’assenza prolungata dello Stregone Grigio e lo Hobbit non dimentica di raccontare gli spiacevoli incontri con i due Cavalieri Neri. Insistendo, convince l’Alto Elfo a donargli un saggio consiglio, ricevendo di rimando una risposta netta e precisa: partire subito, con amici fidati al fianco.

Ora Frodo è certo della natura mostruosa dei Cavalieri Neri. Servi del nemico, mossi dal sanguinoso desiderio di riportare l’Anello nelle mani che l’hanno forgiato. Il pericolo è dunque troppo vicino e lo Hobbit non può che assecondare il buon consiglio elfico e, concedendosi una piacevole notte di sonno protetto dalla potente luce dei suoi ospiti, rimettersi in viaggio l’indomani … Con gli ignoti pericoli in marcia al suo inseguimento!


Mary

Da autostoppista …

Bentornati Sperduti.

Finalmente sono riuscita ad acquistare un libro che da anni stazionava nella mia “lista dei desideri” ma che, puntualmente, dimenticavo di ricercare tra gli scaffali delle diverse librerie, fino a ieri pomeriggio in cui il caso ha voluto che lo trovassi proprio in bella vista …

Ed ora, eccolo qui!!

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L’ho pagato 14, 92 € scontato ed è composto da 844 pagine di puro umorismo britannico!

Per ora ho dato un’occhiata alle note dell’autore, dalle quali si percepisce immediatamente l’animo frizzante dell’opera. Non so, ma lo trovo un libro da leggere a letto, accoccolata nella mia tuta di pile e con un’enorme tazza di cappuccino appoggiata sul comodino! Sarà per il brutto tempo che avanza? … O forse, devo solo ammettere a me stessa la mia già nota pigrizia del cambio stagione.

Vi farò sapere impressioni e critiche anche se posso anticiparvi che, da autostoppista seriale, non potrò non affezionarmi ai due protagonisti: Arthur Dent e Ford Prefect!!

Mary

Cime Tempestose

Bentornati Sperduti.

Oggi, sempre in vena di spulciare vecchie testimonianze, ho rincontrato una mia recensione flash scritta all’inizio del 2015. Essendo un libro, questo, che ancora si trova tra i miei tre preferiti (e che rileggerò sicuramente), ho pensato di condividere con voi le poche righe con le quali l’ho descritto subito dopo averne letto la conclusione. Sto parlando, come si evince dal titolo, di Cime Tempestose della talentuosa Emily Brontë. Ho amato e temuto questo romanzo ad ogni riga divorata dai miei occhi, talmente sorprendente – carico di emozioni straripanti – crudo – agghiacciante, mi è stato impossibile non percepire a pieno i tormenti e le speranze dei protagonisti.

Non è cosa semplice per uno scrittore e non tutti ne sono in grado. Per questo motivo non riesco ad allontanare questo romanzo dai primi gradini del mio podio letterario!

Eccovi la recensione flash:


Un intricato sali/scendi di sentimenti meravigliosamente narrato dalla mano di Emily Brontë sotto l’androgino pseudonimo di Ellis Bell.
Un’affascinante “storia nella storia” in cui ritroviamo: inizialmente il misantropo signor Lockwood ritiratosi nella lussuosa Thrushcross Grange come inquilino del burbero signor Heathcliff, residente solitario nella vicina proprietà di Wuthering Heights, per essere poi spinti come da una feroce bufera nei ricordi della mite domestica Ellen Dean, testimone oculare della crescita, degli amori, della crudeltà e dei profondi rancori dei protagonisti. Catherine, Hindley e Heathcliff in maggior risalto, senza scordare le personalità di Edgar, Isabella, Hareton, Cathy e Linton.
Una narrazione a volte lugubre, violenta e ricolma di una passione travolgente e distruttiva capace di far tremare e commuovere il lettore, completamente rapito da quelle dinamiche così ostili e disumane, che ricoprono e soffocano chiunque si addentri nella brughiera di quell’isolata Wuthering Heights.


Prima o poi, armata di corazza emotiva, mi spingerò nuovamente nella lettura di questo grande classico.

Mary