Un soffio di vento

Su una lontana vetta bianca stava, sola, una bandiera che sventolava. I suoi tre colori brillavano ai freddi raggi di un sole invernale, mentre nel silenzio il vento cantava un’antica canzone.

Le strofe ricordavano il rumore di pesanti scarponi in marcia ormai dimenticati ed echi di risate e comandi. La neve, immobile, nascondeva in lontananza le pietre crepate dal tempo, su cui nomi sconosciuti aspettavano la primavera per mostrarsi nelle loro vecchie incisioni.

Ai piedi dell’alto palo di questa bandiera, un piccolo fiore. Un bucaneve.

Dai bianchi petali delicati, così simili alle nevi, da confondersi nel manto candido.

Corona di una purezza tale da passare inosservata: la testolina del giovane fiore.

E proprio lì, una goccia di rugiada ormai ghiacciata. Che, a guardarla con attenzione, pareva più una lacrima che una semplice perla di condensa.

La bandiera, solitaria, non cessava il ballo con la brezza. Piena d’orgoglio com’era, di trovarsi lì. Così in alto.

Fiera di quei colori Paterni, simboleggianti il Paese dal quale proveniva, memori degli uomini che fin lì – in alto – la trasportarono cantando all’unisono e marciando al medesimo passo, con pesanti zaini scuri ad incurvare le spalle possenti.

Non si era accorta del piccolo bucaneve. Non riusciva a scorgere i suoi petali. Troppo basso lui, troppo simile alla neve. Troppo in alto lei, a parlar col vento sussurrante.

E Bucaneve, con la sua lacrima ghiacciata, ascoltava invece le parole del terreno. Non cantava la terra – al contrario del vento – ma rimuginava. Le sue parole tracciavano il disegno di cammini moderni ma indolenziti, di menti geniali ma assopite, di discorsi privati dell’intelligenza e di cuori pulsanti che più non cercano la curiosità, ma si accomodano su spessi materassi di disincanto.

E mentre Bandiera – immersa nei ricordi – volteggiava felice ed ignara; Bucaneve ascoltava gramo la sonnolenza del Mondo.

Poi, accadde un qualcosa. Semplice e potente, come è di regola nella natura. Il sole brillò per un secondo più intensamente, riflettendo i suoi raggi sulla lacrima ghiacciata del piccolo fiore.

Allora, catturata dallo scintillio ai suoi piedi, Bandiera abbassò il suo sguardo.

La meraviglia si accese dentro di lei quando capì che non era da sola, lì in alto.

Bucaneve, a sua volta, alzò piano i petali e si innamorò della vivacità di quei tre colori danzanti.

Finalmente si distrasse dalla tristezza che gli inondava il gambo verdognolo e si accorse del cielo sgombro di nuvole e del vento che soffiava e cantava.

Una lacrima e un sorriso. Un bucaneve ed una bandiera.

La distanza tra loro era troppo elevata per permettergli di parlare, così rimasero a guardarsi. In silenzio.

Bandiera capì di aver trovato qualcuno a cui mostrare i suoi splendidi colori. Bucaneve prestò orecchio alle strofe cantate dal vento e imparò le storie di pesanti scarponi e di uomini con un Tricolore dentro lo zaino.

Fu così che il sorriso di Bandiera non rimase solo per lei, ma si trasformò in un regalo per il piccolo fiorellino candido.

Fu così, che la goccia salata di rugiada ormai ghiacciata, si sciolse lentamente dal petalo di Bucaneve e ricadde alle sue radici, donandogli un sorso di acqua fresca.

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[ Image by internet ]

Mary

#Recensione: Storie fantastiche di gente comune

Bentornati Sperduti.

La mia assenza dal blog si è protratta più di quanto avessi immaginato e ci ritroviamo così nel nuovo e misterioso 2018.
Buon Anno a tutti voi, con l’augurio che siano 365 giorni ricchi di fantastiche avventure e straordinari momenti da ricordare … Con uno splendente sorriso disegnato sulle labbra!

Come spesso si dice: “La Vita è ciò che accade, mentre sei intento a fare altro”… Io ne ho avuto – diciamo – un assaggio, durante l’estenuante vorticare degli ultimi mesi.
Ma rieccomi qui, un po’ frastornata – com’è ovvio – ma con una gran voglia di rimettermi in gioco e di condividere con voi, Lettori Sperduti come lo sono io, nuovi pensieri e nuovi romanzi. Per questo, mi sento di esclamare: Bentornati a voi, e Bentornata a me!

Riprendiamo dunque dal punto in cui abbiamo lasciato: parliamo di libri – finalmente! Il romanzo che vi propongo quest’oggi rappresenta l’opera d’esordio di un giovane autore di origini romane che, raggiunti i 26 anni, ha deciso di intraprendere quello che, per ogni accanito lettore, rappresenta la Grande Avventura: scrivere!

Ordunque, vi presento Stefano Valente con il suo: Storie fantastiche di gente comune.

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Scheda

  • Titolo originale: –
  • Autore: Stefano Valente
  • Casa Editrice: autopubblicazione attraverso Youcanprint
  • Anno di pubblicazione: 2017
  • Genere: narrativa
  • Pagine: 113
  • Prezzo di copertina: € 12, 00
  • Prezzo ebook: € 3, 99

Recensione

Il romanzo si presenta come una raccolta di tre differenti vicende, accomunate fra loro dalla forte integrità morale dei protagonisti e da una presente Voce Narrante che ci accompagnerà nello scorrere delle pagine, spiegando ed esaltando le azioni dei personaggi.

• Nel primo racconto ci viene presentato Paolo Destro.

Ex membro dell’Aeronautica Militare Italiana, esibisce fin da ragazzino uno spigliato senso del dovere e rispetto nei confronti della giustizia; particolarità che, studente in un liceo scientifico, lo porta a soffrire fin quasi all’esasperazione. La causa scatenante di tanto malessere sta nella furbizia di alcuni compagni di classe capaci di conseguire ottimi risultati, pur non impegnandosi negli studi, semplicemente simpatizzano con i professori. Esausto, Paolo cerca conforto nell’unica personalità dai valori affini ai suoi: la rispettata e temuta professoressa Tiziana De Filippis. Di forte ispirazione risulteranno le parole della donna: “Noi dobbiamo essere l’esempio!”.

Per tutta la vita Paolo terrà a mente questa frase, imboccando il cammino militare nella speranza di essere d’aiuto a Patria e indifesi. Il motto “Onore e Disciplina” si trasformerà nel mantra della sua esistenza, solidificando quella necessità di agire attivamente per la tutela delle libertà; scontrandosi a testa alta contro ogni ostacolo, perfino contro la disapprovazione della famiglia.

Fortunatamente, all’Accademia incontra Augusto, ragazzo pacato dai principi simili ai suoi, con il quale instaura fin da subito un profondo legame d’amicizia. I due condividono l’intero periodo di formazione militare e affrontano spalla a spalla anche la prima occupazione effettiva. Fino al giorno in cui, l’amore per Giulia, guadagna il podio tra i pensieri di Paolo.

Da qui, segue l’abbandono dell’Aeronautica – la ricerca di una nuova occupazione – il trasferimento della giovane coppia in un tranquillo quartiere di Denver: una casetta dai rossi mattoni in riva allo Sloan’s Lake. L’ormai inflazionato sogno americano, dunque. Fino al giorno in cui, lo squillare del telefono, obbligherà la giovane coppia ad un rientro in Patria: una tragica notizia sconvolge la serenità di Paolo ma, al contempo, gli offre la possibilità di rincontrare una figura importante dell’infanzia e di concretizzare, finalmente, quel suo desiderio di essere d’esempio.

• Il brano successivo, intitolato “Il farmaco letale”, offre come protagonista un’affascinante farmacista di nome Chiara Salvati. Studentessa dai massimi voti e con un quoziente intellettivo di 160, la giovane donna vede nella propria occupazione un degrado delle reali capacità di cui dispone. Pensiero aggravato dall’immediato successo di Alessandro – fratello maggiore – che, ultimato il percorso universitario, è stato contattato per una posizione particolarmente rilevante all’interno di una delle case farmaceutiche più prestigiose del mondo: la Golden. Estremamente uniti fin dalla tenera età, i due si ritrovano a percorrere strade lavorative parallele: a calpestare i dorati ciottoli del magico sentiero di Oz, sono i piedi di Alessandro, reputato alla stregua di una star hollywoodiana – destreggiandosi fra banchetti, Galà e conferenze internazionali – grazie all’innovativo medicinale brevettato dalla Golden: una pillola ricca di principi della curcumina, che sembrerebbe donare una cura a malattie quali l’Alzheimer e il Parkinson senza presentare il minimo effetto collaterale. Di altra fabbricazione è invece il fangoso sentiero montano sul quale zoppica Chiara: un lavoro privo di soddisfazioni, le continue prepotenze della nevrotica moglie del datore, uno stipendio al limite sindacale, una vita sentimentale completamente sterile e la consapevolezza di star sprecando tempo e capacità. A fare da collegamento fra i due, rimane come un solido ponte l’affetto e la stima reciproca. Purtroppo, capita che anche il buon sangue sappia ben mentire … Questa la lezione che apprenderà sulla propria pelle la giovane protagonista, ritrovandosi da sola ad affrontare un nemico che non si sarebbe mai immaginata.

• In ultimo, Matteo Cesari. Brillante avvocato riconosciuto a livello nazionale che conta al suo attivo circa un ventennio di cause vinte … E una recente macchia nera sull’ideale di giustizia: aver permesso ad un assassino di venir assolto.

L’uomo in questione è Alberto Basile, accusato dell’omicidio della moglie ma scagionato e ritrovato morto nella propria abitazione poco dopo il rilascio. Con l’impossibilità di riconsegnare alla giustizia il brutale assassino, lavare quella macchia d’inchiostro dalla coscienza sembrerebbe impossibile. L’unica mossa a disposizione sarebbe l’incastrare la mano colpevole della dipartita di Basile.

Grazie a questa necessità di riscatto, Matteo si catapulterà in una caccia all’uomo. Un gioco pericoloso fra due squadre ben distinte: da una parte il marciume della dilagante corruzione mentre, dall’altra, la fragilità di una verità che spinge per emergere.

Una raccolta di storie diverse in situazioni e stile, ma ricollegate da un sottile filo parlante: la Voce Narrante, che ad ognuno consiglia e sussurra. Guidandone i passi, nel tentativo di suggerire la strada da intraprendere.

 

Mary