LOTR a puntate #1

Bentornati Sperduti.

Da qualche tempo sto pensando di avviare un progetto che potrebbe rivelarsi simpatico, oltre che impegnativo. Sono anni che tento di raggiungere il finale del grande capolavoro del signor Tolkien, abbandonandolo sempre troppo velocemente; l’idea dunque mi è sorta spontanea e nasce così l’impegno di suddividere in brevi puntate l’opera di Hobbit ed Elfi, Nani e Raminghi: Il Signore degli Anelli.

Molti sono a conoscenza di Frodo e della sue avventure unicamente grazie allo straordinario talento dimostrato da Peter Jackson nel dirigere la trasposizione cinematografica, ed io sono una di quei molti. Limitandoci a questo, purtroppo andiamo a perderci innumerevoli dettagli della storia originale e personaggi alquanto singolari e affascinanti che arricchiscono ulteriormente il magico Universo nato dalla penna di Tolkien. Non credo sia giusto rinunciare a sfumature tanto allettanti senza nemmeno fare un tentativo, ed il mio compito sarà esattamente questo: stilare un riassunto per me e per voi.

Prima di tutto bisogna fare chiarezza su un piccolo punto: in circolazione esistono innumerevoli edizioni. Sempre sul famoso comodino ho quella del 2003 di Mondolibri, pagine 1379 (credo sia fuori produzione).

Eccolo qui, segnato dal tempo ma ancora ricco di segreti custoditi.

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La Compagnia dell’Anello [Libro primo]

 I – III Capitolo

Svanito il cugino Bilbo (ormai in marcia alla volta di nuove avventure) durante i festeggiamenti del suo centoundicesimo compleanno e del trentatreesimo di Frodo, anno della maturità Hobbit, entrambi con cadenza al 22 settembre per una bizzarra coincidenza, il giovane Hobbit si trova unico proprietario della casa sotto la collina nella bella Contea, chiavi e documenti alla mano assieme ad un anello misterioso lasciatogli in consegna, senza contare le montagne di cianfrusaglie da distribuire fra i conoscenti del Baggins giramondo. Sotto nette raccomandazioni da parte di Gandalf, vecchio amico nonché saggio Stregone Grigio, mantiene segreta l’esistenza del gioiello poiché trattasi di un anello magico. Circostanza che innervosisce non poco il buon caro Gandalf consapevole che con certi gingilli è meglio non giocare e, determinato a scovare delucidazioni in merito al potere dell’oggetto, abbandona Frodo alla sua quieta routine assentandosi per un lungo periodo pari a quattordici anni, non vietandosi rapide visite all’amico. Di certo gradite anche se troppo sporadiche.

Da trentatré gli anni corrono sfiorando i cinquanta quando, una sera di giugno, lo Stregone irrompe dalla porta rotondeggiante posta sotto la collina. Appare nervoso e visibilmente provato. Per l’intera notte Frodo ascolta a fiato sospeso le raccapriccianti notizie apprese del Saggio. Il gioiello appartenuto a Bilbo per troppi anni si scopre essere non solo uno dei tanti anelli magici, ma il più pericoloso e devastante. Quello tra le mani di Frodo è l’Unico, l’Anello del Potere.

Appartenuto all’Oscuro Signore, se ne erano perse le tracce in una scia di sangue distesa lontano nei tempi. Col cuore in gola, Gandalf allerta l’amico sui Nove, i Cavalieri Neri disperatamente in cerca di quel lucido cerchio dorato, arrivati ormai a conoscenza del suo nuovo possessore tramite la lingua di un essere chiamato Gollum. E’ inevitabile dunque un’imminente partenza per Frodo. Non potendo dare nell’occhio scappando di tutta fretta, si decide per una data lontana ma non esageratamente, permettendo allo Hobbit di preparare il necessario e inventare una valida scusa per il suo addio da far circolare alle orecchie dei curiosoni di Hobbiville. La scelta così ricade sul 22 settembre. Direzione: Gran Burrone, Regno degli Elfi.

L’alba allora spunta silenziosa e un qualcuno accovacciato sotto la finestra ascolta incuriosito la conversazione dei due. Non serve molto perché lo Stregone se ne accorga e, sollevato il bastone, sferra un colpo al di sotto del davanzale colpendo alla testa il ficcanaso. Dai cespugli sbuca dolorante Samvise Gamgee, giardiniere di casa Baggins di uguale età del padrone di casa. La soluzione appare limpida: avendo ascoltato i segreti legati all’Anello e non potendo Frodo affrontare il cammino da solo, Sam ne diventerà il compagno. Volendo o meno.

Per due mesi ancora Gandalf si attarda nella Contea, per allontanarsi nuovamente con la promessa di fare ritorno in tempo per la grande partenza.

I giorni scorrono rapidi e la scusa plausibile da rifilare ai pettegoli si rivela semplice ma solida: Frodo intende stabilirsi dalla parte opposta del Brandivino, nella Terra di Buck, e ricominciare a vivere nel suo luogo d’infanzia. La meta sarà Crifosso. Nel mentre, voci di strani esseri di passaggio nella Contea come Nani, Elfi e Giganti cominciano a infastidire il lento scorrere quieto della vita Hobbit.

Tutti sembrano andarsene, dove e perché, non si riesce a capire.

Il tempo galoppa veloce e in breve giunge il momento degli addii. Meriadoc Brandibuck, detto Merry, assieme a Fredegario Bolgeri, soprannominato Grassotto, entrambi amici di lontana data di Frodo, saltano a cavallo per la volta di Crifosso con il preciso compito di organizzare la nuova abitazione prima dell’arrivo del padrone di casa. Ancora nessuno, a parte Sam, sospetta alcunché sulla reale durata del viaggio di Frodo. Certezza, questa, che rassicura il giovane Baggins ma lo avvolge anche di uno spesso velo di malinconia.

L’accogliente casa sotto la collina, in cui sempre vi era stato avvistato un Baggins, viene dolorosamente venduta agli odiosi Sackville-Baggins, parenti scorbutici ormai da settantasette anni bramosi di conquistare l’abitazione. Sistemato anche questo affare, lo Hobbit parte in marcia all’avanzare della notte, seguito dal fedele Sam e dal compagno Peregrino Tuc, ovvero Pipino.

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Casa Baggins [immagine dal web]
Appena due passi oltre l’uscio e qualcosa già appare sinistro: una voce sgradevole conversa nell’oscurità con il Gaffiere, padre di Sam. Senza badare troppo al fatto, i tre si avviano a cuor leggero e a spalle pesanti, schiacciate da bagagli carichi tra provviste ed oggetti. Direzione ovest sulla scia di un sentiero, per tuffarsi immediatamente nella via dei campi, invisibili e silenziosi nella notte. Raggiunto il ponticello di tavole attraversano l’Acqua, a ovest di Hobbiville, e giungono rapidamente in Tuclandia per dirigersi al Paese delle Verdi Colline. Una fredda tristezza si fa spazio nel cuore di Frodo, che già sente forte la mancanza della sua calma vallata. Dopo ore di cammino e di svolte, salite, canti e fischiettii, i tre esausti si accampano in un bosco di abeti. E lì, vicino ad un’allegra fiamma, si addormentano.

Il giorno seguente svegli di buon mattino a macinare chilometri, finché nel tardo pomeriggio un rumore di zoccoli sulla strada per Terminalbosco attira la loro attenzione. Che sia Gandalf? Dal giorno della partenza nessuno ha avuto sue notizie e i tre aspettano il suo ritorno con speranza.

Non conoscendo l’identità dell’inseguitore, decidono di nascondersi ai lati della strada. Sam e Pipino accovacciati in un piccolo fosso alla sinistra, mentre Frodo coperto da un ciuffo di erba alta, dietro un albero. E in quel momento appare un minaccioso cavallo nero con in groppa una figura imponente avvolta da un mantello scuro, da cui solamente gli stivali fanno capolino. L’essere ha il volto coperto, sormontato da un pesante cappuccio, e sembra assaggiare l’aria come un segugio durante la caccia. Così, la tentazione di infilare l’Anello al dito si fa prepotentemente strada nel cuore di Frodo, seducendolo con l’idea di poter svanire a quel pericolo.

Fortunatamente, prima che l’errore possa essere commesso, lo spaventoso cavaliere prosegue diritto.

Quando i tre si riuniscono, Frodo scopre di essere l’unico ad aver visto la figura raccapricciante e ne racconta i dettagli agli amici. A quel punto nella memoria di Sam si dipinge il ricordo di un altro Cavaliere Nero: il Gaffiere pare ne abbia incontrato uno il giorno della loro partenza da Hobbiville che sembrava fin troppo interessato a scoprire la meta del Baggins della Contea.

Lasciato passare lo sgomento si decide di riprendere la marcia ma, poco dopo, seguendo un sentiero serpeggiante tra vecchie querce diretto a Boschesi, un’altra di quelle creature li raggiunge. Sibilando, questi scende da cavallo e, sotto al cappuccio nero, annusa l’aria intendo nella ricerca dei tre Hobbit. L’ombra si avvicina pericolosamente a Frodo quando, dalla via, il dolce canto degli Elfi accompagnato dalla loro luce di stelle, si innalza radioso mettendo in fuga il cavaliere. Gli Hobbit spaventati fanno così la conoscenza di Gildor, uno tra gli Alti Elfi, con al seguito un lungo corteo delle sue genti. L’Elfo riconosce immediatamente Frodo, di cui ha sentito parlare, e decide di scortare lui e i suoi durante la notte per rifocillarli e tenerli al sicuro. Discutendo del perché entrambi si trovino in marcia, giungono ad una vasta radura nella quale accamparsi. Con cibo, bevande e melodie elfiche, il riposo appare più dolce e comodo e lo stomaco più sazio. In poco, Pipino e Sam crollano sotto il peso della stanchezza mentre Frodo si attarda a proferire con Gildor. Ambedue appaiono preoccupati per l’assenza prolungata dello Stregone Grigio e lo Hobbit non dimentica di raccontare gli spiacevoli incontri con i due Cavalieri Neri. Insistendo, convince l’Alto Elfo a donargli un saggio consiglio, ricevendo di rimando una risposta netta e precisa: partire subito, con amici fidati al fianco.

Ora Frodo è certo della natura mostruosa dei Cavalieri Neri. Servi del nemico, mossi dal sanguinoso desiderio di riportare l’Anello nelle mani che l’hanno forgiato. Il pericolo è dunque troppo vicino e lo Hobbit non può che assecondare il buon consiglio elfico e, concedendosi una piacevole notte di sonno protetto dalla potente luce dei suoi ospiti, rimettersi in viaggio l’indomani … Con gli ignoti pericoli in marcia al suo inseguimento!


Mary

Fare del bene è cosa gratuita … E gradita!

Giunti gli sgoccioli di Novembre mi è arrivata voce che, il 3 e il 4 Dicembre la LAV sarebbe scesa in piazza con lo scopo di raccogliere firme per abolire il circo con animali.

Pienamente d’accordo con questa visione, il primo sabato del mese sono partita insieme ad Hugo alla ricerca dello stand dai richiami arancioni.

Ammetto la difficoltà: scesi in strada ci siamo trovati imbottigliati in una fiumana di persone indaffarate, alcune sorridenti ed altre dallo sguardo bello nervosetto, che spingevano a destra e sinistra provando a conquistare terreno. Poco lontano dal punto in cui, noi smarriti poco lontano da casa, stavamo provando ad orientarci, abbiamo udito un richiamo rassicurante … “Vin brulé caldo! Crepes al cioccolato!”.

Il pensiero è stato istantaneo e decisamente istintivo.

Così, pochi minuti dopo, oltre alla complessità del camminare senza sbattare contro qualche sconosciuto, ci siamo trovati ad affrontare lo svantaggio del vino bollente servito “al bordo” in bicchierini di plastica sottile … Che ad ogni passo minacciava di ustionare noi e chiunque ci sfrecciasse davanti.

Notizia buona: svoltato un paio di angoli, siamo approdati allo stand (senza lesioni, aggiungerei! ) e abbiamo firmato.

Mi ha fatto piacere tracciare il mio nome su quella carta a righe, quasi del tutto ingombra di nomi diversi. Mi ha fatto piacere e mi ha fatto bene!

La certezza di aver contribuito, seppur in piccolo. Un modesto regalo di Natale: un gesto, un pensiero, una speranza per quegli animali che vivono la solitudine.

E questo è importante!

Non è la prima volta che partecipo a queste iniziative della LAV. A Pasqua, sempre io e Hugo, siamo partiti a caccia delle uova di cioccolato vegane … E la sorpresa più bella, bella davvero per me, è stata la consapevolezza di non aver pensato solamente a come festeggiare, ma di aver scelto di farlo, rispettando e rivolgendo un pensiero in più.

Perchè, la Vita … E’ Vita!

E noi non siamo nessuno per decidere quale vita valga di più.

!Bacio!

Stella_Marina

#Recensione: Maze Runner – Il Labirinto

Bentornati Sperduti.

Il periodo festivo si avvicina inesorabile in mezzo alle ventose giornate di Dicembre, così ho optato per cambiare vestito al blog, scegliendone uno più appropriato: a tema Natalizio. Un semplice gesto per augurare a tutti voi un Felice Natale!

Così facendo colgo anche l’occasione di ringraziarvi per questi mesi trascorsi insieme. Alla stesura del mio primo articolo non pensavo certo di ritrovarmi con un seguito. Mi sono dovuta ricredere! E’ gratificante sapere che le proprie parole vengono lette da qualcuno di passaggio, un qualcuno che decide di dedicare una manciata di minuti ai pensieri di un autore sconosciuto.

Ogni commento o mi piace che voi lasciate, mi ricorda la visita dei Lettori Sperduti … E tutto questo è significativo per me, quindi: GRAZIE!!

Come regalo non potevo che rimanere in tema libri, scrivendovi una recensione fresca di giornata; oltretutto di uno dei miei romanzi preferiti: quello a cui sono più affezionata! Sto parlando del primo volume di una saga young adult distopica che – lo ammetto – mi ha assuefatto completamente.

Vi presento James Dashner con il suo: Maze Runner – Il Labirinto.

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Scheda

  • Titolo originale: The Maze Runner
  • Autore: James Dashner
  • Casa Editrice: Fanucci Editore
  • Anno di pubblicazione: 2009
  • Genere: Young Adult distopico
  • Pagine: 416
  • Prezzo di copertina: € 14, 90

Recensione

Un ragazzo si sveglia all’interno di una Scatola di metallo in ascesa verso l’ignoto, completamente al buio; della sua vita non ricorda nulla ad eccezione del suo nome – Thomas. Quando le porte dell’enorme ascensore si spalancano, quello che lo circonda gli mozza il fiato: un folto gruppo di ragazzi disposti a cerchio intorno a lui, tutti più o meno della stessa età. Lo scrutano, in un brusio di frasi sussurrate e risate sommesse. Si fanno chiamare i Radurai: imprigionati in una Radura posta al centro di un intricato labirinto; circondati da esseri ripugnanti e letali, abbandonati in un luogo privo di adulti, costretti a cavarsela da soli.

Per evitare scontri o colpi di testa, hanno fondato una salda comunità basata sul lavoro e sul rigore, in cui chi sbaglia paga, a volte con la propria vita. A capo dell’organizzazione si trova Alby, il più grande fra tutti, cui spetta il ruolo di giudice, sindaco e carnefice.

Nonostante il forte trauma, Thomas viene obbligato immediatamente ad integrarsi nel gruppo. Per prima cosa deve trovare un’occupazione in modo da guadagnarsi il pane (perché nulla è gratuito nella Radura!) e proprio durante questi giri di prova fa la conoscenza di Chuck, uno dei ragazzi più giovani considerato perlopiù una mascotte, a causa della sua irrimediabile goffaggine. Nasce così una strana amicizia fra i due – eccessivamente confidenziale – che infastidisce non poco Thomas. Subito dopo incontra Newt, uno degli Intendenti nominati da Alby per mantenere l’ordine, con il quale si instaura fin da principio un forte legame basato sul rispetto reciproco. Dopodiché arriva il momento di Minho, Intendente dei Velocisti irascibile e adrenalinico che, dopo qualche riserva, concede a Thomas di entrare a far parte della sua categoria. Il lavoro consiste nel percorrere ogni giorno le strade del Labirinto in cerca di un’uscita. Compito gravoso a cui, però, il protagonista si abitua rapidamente.

Nonostante i ritmi frenetici della Radura, la routine viene vissuta come una solida sicurezza: ogni mattina le pesanti porte del Labirinto si spalancano per richiudersi al calare della sera; ognuno svolge il proprio compito con impegno; i pasti vengono serviti rispettando orari prestabiliti; la legge viene seguita con rigore oppure viene imposta. Tutto procede dunque come al solito quando, dalla Scatola, fa capolino un nuovo arrivato che mette in allarme l’intero gruppo: una ragazza è distesa sulla lastra dell’ascensore, è incosciente e nella mano stringe un biglietto dal messaggio agghiacciante. Sul braccio, una scritta scarabocchiata di fretta: la C.A.T.T.I.V.O. è BUONA.

Questo l’evento che scombinerà lo scorrere delle giornate nella Radura e che segnerà l’inizio di episodi alquanto ambigui fra le mura del Labirinto. E in mezzo alla confusione e al terrore, i Radurai uniti sfideranno le leggi del gioco con un unico scopo: riesumare la Verità!

Considerazioni personali

Carico di segreti – stranezze – turbamenti, il romanzo non concede tempo per formulare delle congetture, grazie al suo stile narrativo dal forte impatto adrenalinico e mentalmente suggestivo. La trama risulta accattivante dalla prima all’ultima riga del testo, trasportando il lettore nel centro degli eventi con una vividezza sorprendente.

Non posso astenermi dal dichiarare il personaggio a cui più mi sono affezionata: Newt. Dopo solamente poche battute ne ero conquistata: pacato, riflessivo, leale e coraggioso. Non ho potuto fare a meno di tifare per lui in qualsiasi situazione … Tralasciando, spesso e volentieri, le vicissitudini del geniale protagonista.

Come si dice: al cuor, non si comanda.

Voto: 10/10

Mary

Buonismo insensato

Anche se ormai è tardi e dovrei dormire, mi sono messa a guardare un programma della rai in streaming. Si chiama #Mai più bullismo.

Per ora ho guardato solo 1/4 di puntata ma già è chiaro lo svolgimento: alcuni ragazzi bullizzati racconteranno le umiliazioni che sono tenuti a subire dai loro coetanei.

Questo argomento mi tocca nel profondo.

Anch’io sono stata fra quelli che avevano il terrore di andare a scuola per colpa di certi bastardi che si divertivano nel vedermi soffrire. Sono stata insultata, denigrata, emarginata e una volta è pure successo che mi hanno aspettato fuori scuola, in una viottola secondaria, con l’intento di menarmi. Per fortuna me la sono scampata senza un graffio.

Avevo solo sette anni. Ero una bambina, come lo erano i miei carnefici.

Con persone del genere, non serve a nulla il dialogo. Sono persone disagiate, che provengono da famiglie marce incapaci di insegnare un qualcosa di buono ai figli. L’unico modo per far tacere quelli stronzi è difendersi, è avere accanto un adulto che sia pronto a fermare queste crudeltà!

Basta con il buonismo del cazzo che non fa che ripetere che “i bambini sono bambini”!

Non è così! I ragazzini sono crudeli, non hanno rispetto, non sono in grado di comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! Sanno essere meschini, malvagi, terribili.

Ora i genitori non fanno altro che ficcare i bambini davanti ad una tv o a quelle diavolerie di Ipad o Iphone già all’età di sei anni. Nessuno si prende la briga di dire un NO in più, di insegnare che la violenza è male, oppure che nella vita ci vuole rispetto e che il Mondo non è un parco giochi.

Nessun genitore si azzarda più a dare una sana sculacciata al figlio prepotente, perchè “non sia mai!!”, non si può mollare una sberla ad un bambino …

Certo! Allora continuate a non fare un cazzo, mentre i vostri figli si trasformano in criminali. Continuate a dire che “sono solo bravate” quando quei coglioni dei vostri pargoli sodomizzano un compagno di classe solo perchè, secondo loro, è gay. State pure fermi, immobili e narcotizzati, mentre la vostra progenie, a forza di insulti, porta al suicidio un coetaneo. Continuate a difenderli, mentre torturano e uccidono animali randagi per sfogare la loro rabbia repressa.

State fermi! Complimenti!

Perchè uno schiaffo non lo si può tirare ad un ragazzino … Meglio che vada in giro per le strade, trasformandosi nell’incubo di qualcun’altro!!

 

Il buonismo non risolve nulla … E’ con il realismo che si cambiano le cose!

Quindi, continuate pure a pensare che sia sbagliato EDUCARE i figli, ma se un giorno, quegli stessi figli, torneranno a casa in lacrime per essere stati picchiati da un bullo … Non azzardatevi a dire nemmeno una parola!!

Il Mondo muta in base a come noi lo creiamo. Io desidero un Mondo giusto, per questo faccio il possibile per essere una persona giusta.

Voi … Come lo desiderate il Mondo?!

!Bacio!

Stella_Marina

Liebster Blog Award

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Dopo parecchio tempo senza premi ne tag, oggi mi ritrovo una notifica con una nomina da parte di Noar per il Liebster Blog Award. Chiamatemi pazza, ma partecipare a queste iniziative mi diverte un sacco, quindi ringrazio il “non terrestre” che ha pensato a me, giunto il momento di sputare fuori qualche nome 🙂 !!

Questo premio è stato istituito nel 2011 come riconoscimento per i blog con un numero di followers inferiore ai 200. Eh si, cari Lettori Sperduti … Siamo ancora in pochi! Ma prima o poi, ce la faremo!! 🙂

Il metodo d’azione è sempre lo stesso: ringraziare il blogger nominatore con tanto di link [fatto!], copiare il logo [fatto!], nominare 5 blog da 200 o meno followers [a breve!], riferire la nomina ai fortunelli [a breve pure questo!].

L’aggiunta sta nel dichiarare undici cose a caso sulla nostra persona …

Iniziamo??

  1. Sono il sinonimo e il contrario di me stessa.
  2. Da sempre mi ostino ad avere un colore preferito, scontrandomi costantemente con la dura verità che ne il rosa, il giallo, il celeste, il marrone o altri, lo sono e lo saranno mai … Forse l’arancione?! Mah.
  3. Vengo dimenticata facilmente ma dimentico raramente.
  4. La mia propensione (o assuefazione …) ai dolci, mi ha portata a credere di essere nata come Umpa Lumpa.
  5. Con un uomo non è il fisico ne il portafoglio, ma l’atteggiamento che mi manda in estasi.
  6. Soffro terribilmente il freddo e pure il caldo.
  7. Uso quasi esclusivamente profumi da uomo.
  8. Una volta ho realizzato una sciarpa di lana in tre giorni, con conseguente fastidio al nervo ottico… Perlomeno la sciarpa è venuta fuori bella!
  9. Sono innamorata della birra.
  10. Adoro i documentari.
  11. Le canzoni degli ACDC mi rilassano un sacco.

 

Ora passiamo alle nomine …

Dato che non ho idea di come fare per scoprire i blog con meno di 200 followers, nominerò i miei cinque fra gli ultimi che ho iniziato a seguire 🙂 !!

Ed eccoli qui:

tararabundidee

Milioni di Particelle

In Nomine Artis

Soffio di respiri

Music For Travelers

Anche oggi è tutto… O come si suol dire: That’s all Folks!

 

!Bacio!

Stella_Marina