Emily Jane Brontë

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Quinta di sei fratelli, Emily Brontë nasce nello Yorkshire, a Thornton, nel 1818.

All’età di due anni si trasferisce assieme alla famiglia a causa della nomina a curato perpetuo ottenuta dal padre, giungendo nel villaggio di Haworth, luogo in cui il suo talento letterario prese forma. 

Rimasti orfani di madre nel 1821, i sei figli Brontë vennero accuditi dalla governante Tabitha Aykroyd (Tabby) e dalla zia Elizabeth Branwell, giunta dalla Cornovaglia per assistere la sorella durante la malattia, poi rimasta per dedicarsi ai nipoti.

Tra il 1824 ed il 1825, Emily frequentò la Clergy’s Daughters School di Cowan Bridge assieme alle tre sorelle maggiori, dove un’epidemia di tifo si diffuse e portò, prima Maria e successivamente Elizabeth, ad ammalarsi di tubercolosi morendo alle rispettive età di undici e dieci anni. Questo contagio indusse il padre a ritirare dall’istituto anche Charlotte ed Emily, la cui salute rimase comunque irrimediabilmente danneggiata.

Divenuta famosa grazie al suo unico romanzo intitolato Cime Tempestose, riconosciuto come un classico della letteratura inglese del XIX secolo, Emily coltiva la sua passione per la scrittura già in tenera età, iniziando ad inventare racconti con un gioco ideato dalla sorella Charlotte: “facciamo finta di avere un’isola ciascuno”. Incentivati da un regalo del padre (una scatola di soldatini) i fratelli Brontë si cimentarono nella cronaca delle più disparate avventure dando vita al loro primo ciclo narrativo intitolato Young Men, seguito da Our Fellows (ispirato alle Favole dello scrittore greco antico Esopo) e da Tales of Islanders, tratto dalla fantasia di godere di un isola tutta per sé. Fu proprio su questo ultimo titolo che le due sorelle minori, Emily ed Anne, concentrarono la loro attenzione, riuscendo ad evolverlo nel giro di pochi anni e modificandone il nome in Gondal, un’isola fittizia del Pacifico divisa in regni rivali in cui gli abitanti erano protagonisti di intrighi, vendette e amori tortuosi. Purtroppo, escluse le poesie delle due sorelle firmate con i nomi dei vari personaggi, l’intero ciclo è andato perduto. Tra queste, la più antica è forse Will the day be bright or cloudy?, poesia gondaliana scritta da Emily in cui l’avvenire di una bambina viene paragonato all’evolversi del giorno.

All’età di vent’anni si trasferì per la durata di sette mesi nei pressi di Halifax (West Yorkshire), dove lavorò come insegnante nella scuola di Law Hill, per poi tornare ad Haworth dedicandosi alle faccende domestiche, alla pittura e al pianoforte, senza tralasciare il ciclo narrativo di Gondal. Nel 1842 abbandonò nuovamente la canonica accompagnata dalla sorella Charlotte, con la quale si diresse a Bruxelles con l’intento di approfondire la conoscenza delle lingue frequentando una scuola privata. Rimase in Belgio per la durata di un anno e tornò in Inghilterra nel periodo di novembre per partecipare al funerale della zia Elizabeth Branwell, che lasciò alle nipoti una cospicua eredità di 900 sterline (l’equivalente di 53.000 sterline odierne). Nonostante Charlotte ripartì per il Belgio nel gennaio successivo, Emily preferì adempiere ai propri compiti di padrona di casa fermandosi ad Haworth, dedicandosi inoltre alla poesia.

Fu nell’autunno del 1845 che Charlotte, dopo aver scovato alcuni versi di Emily, propose l’idea di pubblicare un volume con i migliori componimenti di tutte le sorelle, ma dovette promettere che avrebbero utilizzato degli pseudonimi per proteggere la loro identità. Solo così riuscì a convincere la sorella, inizialmente molto contrariata. Venne così pubblicato Poems by Currer, Ellis and Acton Bell, di cui furono vendute solamente due copie ma che portò allettanti critiche ad Ellis (Emily). Solamente due anni dopo, nel 1847, l’editore Newby pubblicò i romanzi Cime Tempestose e Agnes Grey, sull’onda favorevole di Jane Eyre di Currer Bell, sollevando lo scandalo riguardo la mancanza di morale del primo, ora ritenuto uno dei migliori esempi della letteratura vittoriana.

Durante il pomeriggio del 19 dicembre 1848 Emily morì di tubercolosi all’età di trent’anni, dopo un lungo periodo di malattia affrontato con coraggio e ostinazione.

Venne seppellita nella cappella di famiglia, nella chiesa di St. Micheal and All Angels a Haworth.

Di suo ho letto: Cime Tempestose

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Jules Verne

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Primo di cinque fratelli nasce a Nantes, comune francese capoluogo dei Paesi della Loira, l’8 febbraio 1828 da Pierre Verne e Sophie Allote de la Fuÿe, due borghesi, iniziando già dal liceo a studiare retorica e filosofia, cimentandosi nella scrittura di poemi e di un paio di tragedie in versi. Scelta che lo fece entrare in contrasto con il padre, avvocato, desideroso di tramandare la professione al primogenito. Per questo motivo terminati gli studi nella città natale, Jules Verne parte alla volta di Parigi, durante un periodo di grandi disordini politici, per intraprendere il percorso in giurisprudenza. Luogo in cui inizia a frequentare assiduamente i circoli letterari (facendo la conoscenza di molti volti illustri, fra cui Alexandre Dumas) e la Biblioteca comunale, studiando e trascrivendo appunti riguardo casi storici e scientifici.

Nel 1850 abbandona definitivamente la carriera giuridica per dedicarsi alla letteratura, avendo testato le proprie capacità già da un paio d’anni (1848) scrivendo libretti per operette assieme a Michel Carré. Purtroppo le commedie e le tragedie di Verne non riscuotono successo, fattore che lo spinge ad utilizzare la conoscenza con Alexandre Dumas. Due anni dopo (1852) diventa segretario del teatro di Dumas, Théâtre Historique, per passare successivamente all’Opéra-Comique.

Nel 1857 si lega ad una ricca vedova, Honorine Morel, in un matrimonio non troppo felice ma fruttuoso per quanto riguarda la sfera economica; giungendo all’età di trentacinque anni, cinque anni dopo le nozze (1862), ad intraprendere la carriera di scrittore che porterà avanti fino al 1905, anno in cui risale la pubblicazione postuma di sessantadue suoi romanzi e diciassette dei suoi racconti.

Il successo, Verne, lo raggiunge principalmente grazie all’editore Pierre-Jules Hetzel. Infatti, dopo avergli pubblicato nel 1863 il primo volume di racconti intitolato Cinque settimane in pallone (ispirato alle imprese pionieristiche dell’amico fotografo Nadar, amico da cui Verne venne ispirato per creare il personaggio di Michel Ardan nel romanzo Dalla Terra alla Luna del 1865), gli propone un contratto ventennale con l’impegno di pubblicarne tre ogni anno, concedendo così a Verne di concentrarsi unicamente alla realizzazione delle sue opere, abbandonando l’impiego come agente di cambio e arrivando, nel tempo, a pubblicare nella collana Viaggi Straordinari sessantadue romanzi e diciotto novelle.

Sempre nel 1863 Verne scrive Parigi nel XX secolo. Rifiutato da Hetzel, quest’opera dovrà aspettare, in una vecchia cassaforte, ben centotrenta anni per essere pubblica da Hachette, nel 1994, ed essere venduta a duecento mila copie nel giro di pochi giorni.

Nel 1866 si trasferisce in una cittadina sull’estuario della Somme, dove compra il suo primo battello per navigare lungo il Canale della Manica. Solo un anno più tardi si imbarca a Liverpool sul piroscafo Great Eastern con il fratello Paul, traendo così inspirazione per il romanzo Una città galleggiante, 1867 e l’anno in cui termina anche uno dei suoi capolavori, 20.000 leghe sotto i mariIl giro del mondo in 80 giorni viene pubblicato nel 1873, permettendo allo scrittore di acquistare lo yacht Saint-Michel II.

Su richiesta della moglie, nel 1872 Verne si trasferisce ad Amiens, città natale di Honorine, dove prende parte e, successivamente diventa direttore, dell’Académie des Sciences, des Lettres et des Arts e dove fa la conoscenza del pittore Jean de Francqueville.

Con il 1886 inizia un duro periodo per Verne denominato da lui stesso “periodo nero”, caratterizzato dalla morte di persone a lui vicine (tra cui quella dell’editore Hetzel), dai problemi con la moglie e con il figlio difficile nonché dall’avversione nei suoi confronti del nipote psicotico Gaston, che tenterà di assassinare lo scrittore.

A causa della forte nevrosi, Verne viene colpito da una paralisi e finirà la sua vita su una sedia a rotelle. Anche i suoi romanzi vengono coinvolti nel mutamento, orientandosi in trame lugubri e complesse che lasciano trapelare l’amarezza dello scrittore per il genere umano e per l’uso malefico della scienza. Esempi di questo nuovo stile si trovano in Robur il conquistatore e ne Il castello dei Carpazi.

Jules Verne muore ad Amiens nel 1905, all’età di settantasette anni e viene seppellito nel Cimitero Della Maddalena.

Il figlio Michel, dopo la scomparsa del padre, porta a pubblicazione molte opere rimaste inedite, riadattandole.

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Piccolo aneddoto sul giovane Verne.

All’età di undici anni, fuggì di casa per imbarcarsi su una nave diretta verso le Indie. Lo scopo era di acquistare una collana di coralli da regalare alla cugina Carolina, di cui era innamorato. Desiderio che durò assai poco dal momento in cui, essendo il padre magistrato, lo trovò mentre ancora si trovava nei Paesi della Loira e lo riportò a casa.

Di suo ho letto: Viaggio al centro della Terra

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Stella_Marina

Sergio Pitol Demeneghi

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Di origine italiana, Pitol nasce a Potrero (Veracruz) il 18 Marzo del 1933.

Divenuto orfano all’età di quattro anni, visse a stretto contatto con sua nonna che, oltre ad essersi presa a carico la sua educazione, divenne per lui un modello nella scoperta della letteratura, dal momento che era solita leggere molti romanzi, soprattutto Tolstoj, suo autore preferito.

Obbligato in casa per aver contratto la malaria, Pitol si dedicò ad alcuni grandi scrittori come Verne, Stevenson e Dickens, arrivando all’età di diciassette anni con una vasta cultura letteraria.

A sedici anni  frequentò l’Università di Città del Messico dove conseguì la laurea in diritto diventando successivamente titolare dello stesso corso di studi nell’Università di Veracruz e in quella di Bristol.

All’età di vent’anni, nel 1953, iniziò a viaggiare assiduamente: Cuba, Venezuela, New York dal 1953 al 1957 mentre, nel 1960 divenne membro del Servicio Exterior per il quale lavorò come associato culturale a Londra, Parigi, Varsavia, Budapest, Praga e Mosca (città nella quale rafforzò il suo affetto per la letteratura russa in generale, in particolar modo per Anton Cechov).

Nel 1966 si installò a Xalapa, in cui vive tutt’oggi, per ripartire nuovamente nel 1968 come associato culturale verso Belgrado, rinunciando al compito al termine dello stesso anno a causa del massacro di Tlatelolco in Messico, avvenuto pochi giorni prima dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici 1968. 

Tra il 1969 e il 1972 Pitol visse a Barcellona lavorando come traduttore per diverse case editrici, oltre ad essersi stazionato a Roma e a Pechino per impegni sia di lavoro che di studi.

Influenti per la realizzazione dei suoi primi racconti (“Tiempo cercado” e “Infierno de todos”) furono i discorsi, sentiti durante l’infanzia, di adulti nostalgici del mondo precedente la Rivoluzione, racconti che vennero pubblicati dalla rivista Estaciones nel 1958 durante la collaborazione con lo stesso Pitol.

Tra il 1969 e il 1972, durante il suo soggiorno a Barcellona, lavorò con la casa editrice Anagrama che pubblicò le sue prime opere in Spagna e terminò il suo primo romanzo intitolato “El taÑido de una flauta” (1971).

Osservando il suo lavoro si possono riconoscere due tappe principali nello stile narrativo:

  • Prima fase. Iniziata con i suoi primi racconti, marcata da tinte nostalgiche e leggermente negative, colma di personaggi distrutti dalla fine della Guerra Civile e  incapaci di adattarsi alla realtà contemporanea e di bambini nati dopo il disastro rimasti orfani nonché malati e impauriti.
  • Seconda fase. Conosciuta come la fase dei viaggi, in cui il luogo funge quasi esclusivamente da struttura scenica, dove a risaltare è la psicologia dei personaggi e, di conseguenza, della natura umana.

Oltre che per i suoi romanzi, Sergio Pitol è conosciuto grazie alle traduzioni in lingua spagnola di noti autori italiani, inglesi, americani e russi oltre che per la propria carriera da diplomatico, che si concluse con la nomina di Ambasciatore del Messico a Praga (1983 – 1988).

Nel 1999 gli venne consegnato il IX Premio Juan Rulfo per la Letteratura Latino – Americana e dei Caraibi. Onorificenza oltre la quale, Pitol può vantare ben diciassette fra premi e riconoscimenti alla carriera. L’ultimo nel 2005, Premio Miguel de Cervantes.

 

Di suo ho letto: La Sfilata dell’Amore

 

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